Bilancio benefici/rischi dei trattamenti per la Sclerosi Multipla (Disease Modifying Treatment)
Il panorama terapeutico per il trattamento della sclerosi multipla è in continua evoluzione e da un’ assenza di terapie degli anni ‘90 si é passati ad oggi ad oltre 10 trattamenti approvati e altri in via di approvazione. Il neurologo deve quindi saper scegliere il farmaco giusto per quel paziente in quel dato momento della sua storia clinica. Deve quindi basarsi su fattori prognostici demografici, ambientali, clinici e soprattutto di RM magnetica per stabilire se il paziente debba iniziare una terapia potente ma gravata da più effetti collaterali o una terapia meno efficace ma con meno effetti collaterali. Sempre più si è propensi a considerare una terapia di induzione per tentare di risettare il sistema immunitario del paziente e ridurre al minimo od eliminare la componente del sistema immunitario autoreattiva che causa l’aggressione del sistema nervoso centrale. Oltre ad una precisa conoscenza dei meccanismi di azione del farmaco e dei suoi potenziali effetti collaterali, il neurologo deve conoscere bene quale sia il monitoraggio di quel particolare farmaco per minimizzare i rischi e potenziare i benefici della terapia. Alla base della scelta di un trattamento non va dimenticato inoltre l’inquadramento del paziente della vita reale, che è molto diverso da quello dei trials clinici: è necessario fare una carta infettivologica del paziente ossia sapere quali infezioni ha avuto, quali vaccini ha fatto in passato e quali dovrebbe fare, se attualmente presenta infezioni in atto che vanno curate prima di iniziare il trattamento ed inoltre se presenta copatologie e se le stesse siano ben controllate. Non da ultimo va discusso con il paziente la scelta della terapia, che è una scelta condivisa, dopo aver edotto il paziente dei benefici e dei rischi ma anche dell’obbligo di sottoporsi ad un intensivo monitoraggio e di comunicare al medico ogni evento avverso che si verifichi durante la terapia. Inoltre vanno comunicati e sottolineati, nel caso il paziente decida di non sottoporsi alla terapia proposta, i rischi legati alla malattia stessa se non trattata adeguatamente.
Inoltre in considerazione del fatto che al momento dell’autorizzazione di un nuovo farmaco si hanno informazioni limitate sulla sicurezza del trattamento provenienti dagli studi clinici ( a causa del numero ristretto di pazienti, altamente selezionati per età e comorbidità e con corto follow up), è importante che la comunità sanitaria (medici, infermieri, farmacisti) si impegni a segnalare gli eventi avversi noti e non noti che occorrono durante l’uso dei nuovi farmaci portati nella vita reale, per meglio identificare, caratterizzare e minimizzare i rischi delle nuove terapie attraverso l’attività di farmacovigilanza. Un’attività come quella della Rete di farmacovigilanza del progetto SM Lombardia permette una più veloce fruibilità degli eventi avversi registrati e delle azioni intraprese per affrontarli, grazie all’interazione e scambio di informazioni fra i centri SM lombardi.
Dr.ssa Lucia Moiola
Neurologa