L’UTILITÀ DELLA MACCHINA SIMOA NELLA SM

La sclerosi multipla (SM), una patologia cronica sempre più diffusa nei giovani adulti, presenta sfide significative nella sua gestione. Il trattamento tempestivo e adeguato è fondamentale per prevenire future disabilità e garantire una vita di qualità ai pazienti. Le questioni chiave in questo contesto riguardano l’intensità del trattamento iniziale, il monitoraggio accurato dell’attività di malattia e l’ottimizzazione dell’efficacia terapeutica. Emerge quindi l’esigenza di strumenti innovativi per prevedere il rischio di sviluppo della malattia, diagnosticarla con precisione, prevederne l’esito e valutare l’efficacia delle terapie.

I biomarcatori hanno assunto un ruolo cruciale nella gestione della SM. Oltre ai tradizionali biomarcatori come la risonanza magnetica (RM) che, pur essendo fondamentale presenta limitazioni quali la scarsa correlazione con la disabilità clinica, l’uso di mezzo di contrasto e costi elevati, si è spostata l’attenzione sui biomarcatori liquorali. Questi ultimi, rilevabili nel liquido cefalorachidiano (CSF), offrono una prospettiva più diretta sull’attività biochimica e fisiologica del cervello.

Recentemente, l’attenzione si è spostata sui neurofilamenti (Nf), in particolare sui neurofilamenti a catena leggera (Nf-L), come biomarcatori promettenti. I Nf-L, componenti principali dello scheletro dei neuroni, vengono rilasciati nel CSF e nel sangue a seguito di danno neuronale. Studi hanno riportato livelli elevati di Nf-L in forme iniziali di SM e durante le fasi attive della malattia, correlati con lo sviluppo di disabilità e la risposta ai farmaci.

L’innovazione significativa nel campo della misurazione dei Nf-L è rappresentata dalla tecnologia Simoa (Single Molecule Array), recentemente acquisita dalla Casa di Cura Igea grazie al contributo di ACeSM Onlus.

Simoa è una tecnica altamente sensibile che permette la rilevazione e quantificazione di singole molecole di Nf-L nel sangue. Questa tecnologia supera i metodi tradizionali in termini di sensibilità e precisione, consentendo la rilevazione di Nf-L a concentrazioni molto basse, precedentemente non rilevabili.

La misurazione dei Nf-L tramite Simoa offre un quadro dettagliato dell’attività infiammatoria e della neurodegenerazione nella SM, con la praticità di un metodo non invasivo rispetto alla puntura lombare. Questo rappresenta un progresso significativo nel monitoraggio della SM, permettendo diagnosi più accurate, monitoraggio dell’attività della malattia e valutazione dell’efficacia delle terapie.

L’utilizzo di Simoa per la misurazione dei Nf-L nel sangue rappresenta un significativo passo avanti nel monitoraggio della SM. Fornisce un approccio non invasivo, evitando procedure più invasive come la puntura lombare, e permette ai medici di avere un’immagine più chiara dell’attività della malattia. Questo consente diagnosi più precise, una valutazione più accurata dell’efficacia delle terapie e un monitoraggio personalizzato della malattia.

Gli studi condotti con Simoa hanno mostrato che i livelli di Nf-L nei pazienti con SM sono più alti rispetto ai controlli sani, e sono correlati con il rischio di sviluppo della malattia e la progressione della disabilità. Inoltre, i pazienti con livelli elevati di Nf-L dopo un primo episodio neurologico presentano un rischio maggiore di sviluppare la malattia, suggerendo che i livelli di Nf-L possono essere un indicatore prezioso dell’evoluzione della malattia e della risposta ai trattamenti.

In conclusione, i neurofilamenti a catena leggera e la tecnologia Simoa rappresentano un importante avanzamento nel trattamento e monitoraggio della sclerosi multipla. Questi strumenti offrono un’opportunità senza precedenti per migliorare la qualità della diagnosi, del monitoraggio e del trattamento della SM, segnando un passo fondamentale verso una gestione più efficace e personalizzata della malattia.

Dr.ssa Gloria Dalla Costa

Neurologa

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