La riabilitazione cognitiva ovvero la manutenzione straordinaria del nostro cervello

“Buongiorno, andiamo a fare la valutazione cognitiva, facciamo dei test per vedere come vanno la memoria, l’attenzione…se va tutto bene ci salutiamo, altrimenti impostiamo un trattamento di riabilitazione cognitiva”

Questa è la frase con la quale solitamente introduco cosa andremo a fare: la valutazione neuropsicologica. Le risposte che ricevo il più delle volte sono di due tipi: “io non ho alcun tipo di difficoltà, non capisco a cosa mi serva, ma facciamola lo stesso” oppure “ottimo! io mi dimentico spesso cosa devo fare ed a volte non mi vengono i nomi delle cose”.

La valutazione neuropsicologica ha diverse finalità, la più importante è individuare il profilo cognitivo della persona ed impostare di conseguenza il piano di riabilitazione cognitiva.

Ma cosa si intende per riabilitazione cognitiva? Spesso viene associata alle persone anziane, ormai ritirate dal lavoro, con patologie dementigene. Non sono loro però gli unici destinatari, anzi diventa fondamentale per tutte le persone che, nonostante la sclerosi multipla, lavorano e svolgono tutte le attività della vita quotidiana.

Per riabilitazione cognitiva si intendono degli esercizi specifici finalizzati, da una parte, a compensare delle difficoltà relative alle funzioni cognitive e dall’altra a potenziare le funzioni cognitive non compromesse in modo che sopperiscano a quelle danneggiate.

Facciamo ordine, per funzioni cognitive cosa intendiamo? Sono la nostra capacità di ricordare le cose, la capacità di restare concentrati quando svolgiamo un compito, la capacità di programmare cosa faremo domani ed il prossimo mese, la capacità di decidere velocemente cosa fare in caso di imprevisto.

Quando sono “danneggiate” non riusciamo più a ricordarci cosa abbiamo fatto ieri, non riusciamo a restare concentrati e dobbiamo ricominciare più volte quello che stavamo facendo, non riusciamo a decidere in quale ordine svolgeremo le nostre attività domani, non riusciamo a trovare soluzioni alternative quando si verificano degli imprevisti.

Quando la sclerosi multipla causa delle lesioni a livello cerebrale, più o meno estese, è ancora più importante la riabilitazione cognitiva proprio per andare a compensare quei deficit che derivano dalle lesioni stesse e permettere così al cervello di costruire delle strade alternative per recuperare le funzioni cognitive danneggiate.

Come si fa a costruire delle strade alternative a livello cerebrale? Come possiamo dire al cervello di “costruire delle strade”, come possiamo dirgli che “serve una via nuova per la concentrazione”?

Tramite degli esercizi specifici, degli esercizi che vadano ad attivare delle aree specifiche del cervello e, “costringendolo” a svolgere delle attività, lo si “costringe” a trovare il modo per farle in modo alternativo, a costruire quindi la nuova strada. Tutto questo avviene grazie alla “plasticità funzionale”, cioè grazie alla capacità del cervello di riadattarsi continuamente e di trovare alternative per far fronte a quelle sue aree che a causa della malattia vengono distrutte.

Per comprendere come la riabilitazione cognitiva sfrutti la plasticità cerebrale, immaginiamo il cervello come una enorme carta stradale, con i paesi e le città che rappresentano i centri neurali delle funzioni cognitive e le strade che rappresentano le connessioni tra essi. Le strade più larghe sono quelle che percorriamo di più e di più facile accesso; le stradine sterrate quando possiamo le evitiamo, ma non vuol dire che non si possano percorrere. Le città sono i centri nevralgici delle funzioni cognitive, dove tutto viene controllato; i paesi sono piccole aree in aiuto ai grandi centri.

Quando la grande strada “Attenzione” si interrompe e/o la città “Memoria” viene distrutta, ci ritroviamo con i deficit cognitivi, ci ritroviamo con enormi difficoltà di concentrazione e non riusciamo più a ricordarci cosa abbiamo fatto ieri.

Con la riabilitazione cognitiva cerchiamo prima di ricostruire la strada e la città, ma allo stesso tempo andiamo ad asfaltare quella stradina sterrata che passa proprio vicino alla strada crollata in modo da avere una strada alternativa oppure andiamo a portare delle nuove risorse in quella periferia della città ormai distrutta, perché possa piano piano essere in grado di svolgere quelle funzioni che prima erano solo della città.

Ovviamente per fare tutto questo serve tempo, fatica e costanza, ma usando gli esercizi specifici e continuando a svolgerli, quel paese sarà sempre più grande e sempre più in grado di svolgere le attività che svolgeva la città e la strada sarà sempre più ampia e di facile percorrenza per portare più velocemente tutte le risorse necessarie al paese.

Nel caso della sclerosi multipla spesso oltre alle funzioni cognitive danneggiate, si va incontro anche ad un generale “rallentamento cognitivo” causato dalla demielinizzazione; si diventa più lenti nel ragionare, nel processare le informazioni. Dobbiamo immaginarci come se le strade si riempissero di buche, che rallentano il transito di tutti i mezzi che trasportano le informazioni che servono a far funzionare i centri nevralgici delle funzioni cognitive.

La riabilitazione cognitiva ha quindi anche lo scopo di potenziare il più possibile le strade alternative a quelle danneggiate, per permettere alle informazioni di ricominciare a scorrere veloci e raggiungere nel più breve tempo possibile le aree deputate alle diverse funzioni cognitive, in modo da svolgere al meglio tutte le attività della vita quotidiana.

Non bisogna confondere la riabilitazione cognitiva con le parole crociate o giochi simili. Certo, fare i cruciverba è utile perché e come fare una manutenzione costante, ma farli in maniera a-specifica non porterà alla ricostruzione delle strade danneggiate. Solo con esercizi personalizzati in base alle caratteristiche particolari della persona ed in base al suo profilo cognitivo, individuato tramite la valutazione neuropsicologica, si potrà mettere in atto un piano di trattamento finalizzato al recupero ed alla compensazione dei deficit cognitivi specifici di quella persona. Solo in questo modo si potrà comprendere quali siano le difficoltà della persona e le sue necessità ed individuare su quali aspetti cognitivi puntare nel corso della riabilitazione e quali funzioni integre invece potranno essere potenziate per sopperire ai deficit.

Dr.ssa Giulia Gamberini

Neuropsicologa

Casa di Cura Privata del Policlinico

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