La Sclerosi Multipla (SM) è una malattia infiammatoria demielinizzante del sistema nervoso centrale (SNC), caratterizzata da una disseminazione spaziale e temporale del processo patologico, ossia dalla formazione di lesioni in sedi e in tempi diversi a livello dell’encefalo e del midollo spinale. Tali lesioni condizionano la comparsa di sintomi e/o segni diversi di disfunzione neurologica a seconda della loro localizzazione (deficit motori, disturbi della sensibilità, calo del visus, diplopia, disturbi dell’equilibrio, disturbi della minzione o altro).
La SM tipicamente inizia con un episodio acuto di disfunzione neurologica, con le caratteristiche cliniche sopra elencate, e il decorso successivo della malattia è più spesso caratterizzato da una fase a remissioni e recidive (SM RR). Talora a questa fase può far seguito negli anni un progressivo accumulo di disabilità (SM secondariamente progressiva – SP). Nel 10-15% dei casi, la malattia ha un decorso progressivo fin dall’esordio (SM primariamente progressiva – PP).
La SM è tipicamente una malattia del giovane adulto (la fascia d’età con l’incidenza più elevata è tra i 25 ed i 40 anni, anche se il 2% circa dei casi è ad esordio infantile e le forme PP possono spesso manifestarsi in quinta-sesta decade). Colpisce più spesso individui di sesso femminile, con un rapporto di circa 2,5:1 rispetto al sesso maschile.
La prevalenza della Sclerosi Multipla ha una distribuzione geografica insolita, con un gradiente in aumento con la latitudine, in entrambi gli emisferi. In Italia, secondo le stime più attendibili, la prevalenza è circa di 200 malati per 100.000 abitanti, con zone dove sono riportate frequenze maggiori (in Sardegna circa 400 malati ogni 100.000 abitanti).
La SM è una malattia autoimmune di tipo multifattoriale, in cui fattori genetici, ambientali e legati all’assetto del sistema immunitario dell’individuo, ricoprono ruoli complementari nello sviluppo della malattia stessa.
L’ipotesi attualmente più accreditata considera il coinvolgimento di fattori ambientali (agenti virali), in persone che presentano una qualche predisposizione genetica, nello scatenare una reazione aggressiva nei confronti delle fibre nervose ad opera di linfociti attivati che non riconoscono alcuni costituenti della mielina, scambiandoli per pezzi di microbi da distruggere.
Un ruolo importante nella genesi del danno da SM è svolto dai linfociti, sia T che B, e dalle molecole che ne favoriscono la loro migrazione ed attivazione. I meccanismi patogenetici ipotizzati sono diversi: danno degli oligodendrociti e della mielina mediato da citochine, distruzione di antigeni mielinici di superficie da parte di macrofagi, dopo legame con anticorpi diretti contro componenti degli oligodendrociti e della mielina stessa, danno mediato da complemento e aggressione diretta degli oligodendrociti da parte di linfociti T CD4 e CD8.
Il risultato è la formazione delle lesioni da SM. L’evoluzione di queste lesioni può essere, tuttavia, estremamente variabile nello stesso paziente nel corso del tempo e tra pazienti.
In alcune lesioni possono, infatti, prevalere fenomeni riparativi, con conseguente più o meno completa remielinizzazione, in altre, invece, il danno può evolvere fino ad una grave perdita assonale. Infine, la sostanza bianca al di fuori delle lesioni macroscopiche può essere interessata dai processi patologici della malattia in misura e gravità ancora una volta estremamente variabili da caso a caso.